Vigilia sulle acque del Sebino.
Pagaiata inizialmente coperta e velata con un sole timido e nuvole schiacciate lungo i pendii. Vento da nord e classiche ondine che si arrotolano sotto il mio guscio.
Verso mezzogiorno il vento si spegne, nel cielo compare un azzurro morbido e le temperature sono più miti.
Magico.
Pagaiata frizzante nel basso Garda.
Partenza da Porto Bergamini con un bel venticello da nord-est che è andato poi calando, giro tra i canali di Peschiera e discesa del Mincio fino alla diga di Salionze.
18 km in compagnia degli amici di Liberavventura.
Con gli amici di Liberavventura piacevole uscita nel golfo della Romantica.
Toccata l'Isola di San Biagio, periplo dell'Isola del Garda, pausa alla spiaggia della Baia del Vento, caffe a Porto Portese.
Il tutto in una splendida giornata autunnale e in un lago placido e fermo.
Uscita con gli amici pagaiatori che frequentano il laghetto del Parco delle Cave di Brescia.
Giro delle tre Isole del Sebino;15 km rilassanti e in ottima compagnia.
Impressionante il panorama che è possibile ammirare passeggiando lungo la falesia della Rocca di Manerba.
Le "piastre" rocciose tipiche di questa zona sono tutte emerse, solitamente si trovano a circa un metro sotto la superficie dell'acqua.
L'isola dei Conigli non è più un'"isola", ormai è praticamente collegata a Punta San Biagio ed è possibile raggiungerla senza neppure bagnarsi i piedi.
Gli scogli a nord-est dell'isoletta emergono quasi completamente; il loro color avorio si distingue nettamente contro il bluverde del lago.
Con la dovuta lentezza ho aggiunto le prime due chines, come per la chiglia ho forato anche queste in prossimità delle costole e ho usato il solito metodo di legatura (quella usata anche da Brian Schultz).
Solitamente sui baidarka la legatura degli spigoli è trasversale, io ho preferito legare il tutto longitudinalmente con la stessa modalità usata per la chiglia, l'insieme mi sembra molto tenace e resistente.
Ho dovuto tassellare con piccoli spessori alcune costole, che ad occhio sembravano allineate, ma con l'aggiunta degli spigoli non si sono risultate tali. Non penso sia un grande problema, molte foto in rete, sia di kayak contemporanei costruiti a regola d'arte sia esemplari storici, riportano alcuni spessori tra le costole e gli elementi longitudinali.
Con un tessuto elasticizzato verifico l'andamento della pelle, tengo d'occhio soprattutto la prua e la poppa, sperando di azzeccarne la forma e una certa linearità complessiva.
Dopo l'acqua "corsa" una bella sciacquata in quella dolce e fresca. Giretto e relax nei pressi di Ponte Caffaro sull'Eridio.
Ritorno in Corsica accompagnato dal MiniBenny, la mia canoina dal fondo piatto in compensato cucito.
Pagaiate rilassanti in acque cristalline prima nel Sud della Corsica nei dintorni della spettacolare Rondinara e poi al Nord tra Ile Rousse e Algajola.
Inevitabile la curiosità della gente nel vedere un kayak autocostruito e inevitabile mostrare la resistenza, la leggerezza e le buone qualità in acqua.
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Giretti e surfatine tra Punta Ala e Portiglioni. Sempre bellissime Cala Civette, Cala Violina e Cala Martina.
Ho legato la chiglia del mio mini baidarka, ho usato la sequenza che utilizza Brian Schulz per le sue legature e schematizzata nella seguente rappresentazione reperita in rete.
Terminata la piegatura delle costole.
Ora lascio asciugare bene il tutto e poi valuto come posizionare le chines. Il progetto di Wolfgang Brinck prevede tre correnti per lato, al posto dei tradizionali quattro.
E se stravolgessi ulteriormente il kayak facendolo diventare un hard chine?
